Erice, tra fantasia e realtà

Salve Lettori, anche oggi proseguiamo il nostro tour turistico all’interno della Sicilia, terra non soltanto di grandi città ma anche di piccoli comuni virtuosi. 
Tra questi vi è Erice, lo conoscete? No? Allora mettetevi comodi che ho alcune cose da raccontarvi.
Erice è un piccolo comune siciliano, contiguo alla città di Trapani, arroccato sul Monte San Giuliano, a 751 metri dal mare e si trova in una splendida posizione geografica da dove si possono ammirare i panorami più belli della città di Trapani dall’alto.
In Sicilia è una delle mete più ambite dai turisti, ed è stata insignita nel 2014 della bandiera rossa dei borghi più belli d’Italia.
Difesa da bastioni e mura, la città è un labirinto di stradine acciottolate e di varchi così stretti da permettere il passaggio di un solo uomo. Le case, serrate le une alle altre, hanno graziosi e curati cortili interni, difesi e protetti dalla vista dei passanti in modo che la vita familiare si svolga nella più completa intimità.

Quali sono i luoghi più importanti al suo interno?

Castello di Venere
Il castello, costruito dai normanni come fortezza, venne edificato sulle rovine di un santuario preesistente.
Castello di Erice
Esso, così come lo si vede oggi, è naturalmente il frutto di una riqualificazione voluta dal mecenate Agostino Pepoli, il quale nell’Ottocento non si accontentò di far risuscitare le Torri del Balio e l’intera cortina merlata perimetrale realizzando il giardino pubblico inglese, ma penso più in grande restituendo tutta l’area d’insorgenza all’antico splendore.
Piacevole scoperta è costituita dal Pozzo di Venere, una cisterna scavata nella roccia per raccogliere l’acqua: il suo nome deriva dal fatto che, secondo il mito, qui usava farsi il bagno la dea Venere, una credenza che infonde un’affascinante suggestione agli avventori.
In ottica visita, il Castello si inserisce all’interno di una meravigliosa cornice che, seppur piccola e visitabile in poco tempo, appaga senz’altro la vista del visitatore.

Torretta di Pepoli
Sorge sotto il Castello di Venere e fu promossa da Agostino Pepoli come luogo di meditazione.
E’ ben più di una semplice torre, si tratta di un luogo di mistero, fascino e memoria storica che si lega all’esistenza stessa di Erice.
Panoramica di Erice, tra paesaggio torre e castello
La struttura si divide in 4 livelli, componendosi di stanzette piccole e scale ripide. Recentemente restaurata, oggi la Torretta è destinata ad Osservatorio permanente di Pace e Faro del Mediterraneo. Al suo interno verrà installato un Museo interattivo multimediale consacrato alla storia di Erice e alla sua identità.






Chiesa Madre (Duomo) e Torre campanaria

Chiesa Madre - Duomo e Torre
Vicina alla Porta di Trapani, uno degli accessi alla città, la chiesa risale al XIV sec. ed è stata edificata con materiale proveniente dal Tempio di Venere. Le forme massicce ed il coronamento a merli la caratterizzano come chiesa-fortezza. Incastrate sulla parete esterna, lato sud, sono nove croci greche, provenienti, secondo la tradizione, dal tempio di Venere; sulla parete settentrionale dell’edificio si trova inoltre un portale catalano decorato con bugne a punta di diamante. Al suo interno si trovano pregevoli sculture, come ad esempio la statua marmorea raffigurante una Madonna con Bambino. 
Nella navata sinistra tre cappelle cinquecentesche, collegate fra loro, quasi a formare un unico ambiente, sono ora adibite a sede del Tesoro della Madrice, consistente in oggetti liturgici in argento, tra cui: un reliquiario di Pietro Lazzara, una statua di San Antonio Abate del trapanese Pietro Orlando (1699) con sculture e dipinti provenienti da chiese e monasteri ericini soppressi, paramenti sacri e paliotti.
Accanto ad essa vi è la torre campanaria, antica torre di epoca punica, ricostruita per volere del Re Federico III d’Aragona durante la guerra del Vespro, come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta in Erice.


E così come ogni luogo siciliano, anche ad Erice non possono mancare ricette gastronomiche tipiche del paese. Tra le tante non si può certamente tralasciare quella della pasta di mandorle e dei dolci della signora Grammatico, che conserva le antiche ricette, "rubate", per così dire, alle monache di clausura che le custodivano gelosamente. A suggellare l'unicità di queste ricette ed a celebrare i dolci di pasta di mandorla, interviene anche un primato, un vero e proprio "Guinness": recentemente infatti ad Erice è stato realizzato il dolce di pasta di mandorle più lungo del mondo, ben 400 metri!


Curiosità

Tra le tante tradizioni vi è l’artigianato che assume particolare rilievo sia dal punto di vista culturale che economico, in due prodotti: il tappeto e la ceramica. Il tappeto di Erice è uno dei pochi, ancora oggi, realizzato con telai rudimentali e tecniche tramandate da generazioni e generazioni, da madre in figlia. Nasce come prodotto per esigenze domestiche, oggi è uno dei ricordi più rappresentativi che un turista può portare con sé dopo la visita del paese.
I disegni e le tinte, seppur variopinte, sono sobri e tradizionali.

La ceramica di Erice acquista particolare valore poiché riscoperta nel XX secolo, nella sua tradizione storica, dopo un periodo di buio durato quasi quattro secoli, durante i quali le tecniche e le decorazioni erano state perdute.
Spero che l’articolo vi sia piaciuto, continuate a seguirci e commentate lasciandoci le vostre impressioni. 






Commenti

  1. Ho suonato ad Erice un anno fa e me ne sono innamorato. Bellissimi pure i paesi limitrofi

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    1. Grazie!!!Speriamo che con questo post ti abbiamo fatto rivivere quei momenti in cui hai visitato Erice !!

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  2. Bellissimo viaggio nella nostra meravigliosa Sicilia!
    Complimenti!

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    1. Grazie per i complimenti !!! Ci fai ricordare un verso di Luigi Pirandello che recita;
      Io sono nato in Sicilia e lì l’uomo nasce isola nell’ isola e rimane tale fino alla morte. (...)!!!
      Speriamo che continuerai a seguirci con il nostro viaggio su Sicilia in cartolina !!!

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